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Nel 2022 la bellezza italiana mette il turbo

L’Italia continua a rappresentare un mercato chiave della cosmetica mondiale. Le aziende della cosmetica in Italia continuano a marciare spedite nel 2022. Le cifre elaborate da Pambianco, infatti, mettono in luce uno scenario all’insegna della crescita.

La bellezza italiana non arresta la sua corsa e le principali aziende della cosmetica del Belpaese archiviano il 2022 con un aumento dei propri fatturati grazie principalmente alla crescente concentrazione del settore, sia a livello di aziende che di canali distributivi, al protrarsi della crescita dell’e-commerce anche dopo la pandemia e alla sempre maggiore omnicanalità. I dati elaborati da Pambianco mettono proprio in luce questo scenario all’insegna della positività. Nel 2022, le prime 20 aziende italiane della cosmetica hanno realizzato ricavi in netta crescita e nel dettaglio, quasi tutte delle società prese in esame dallo studio (18) hanno chiuso il 2022 con un aumento di fatturato. Per 15 di queste si è trattato di un salto in avanti a doppia cifra. E non è tutto. Il settore della cosmetica in Italia sta vivendo un anno da record nel 2023, consolidando i risultati positivi raggiunti nel 2022 e superando le sfide globali che hanno colpito l’economia mondiale. Nonostante le incertezze inflattive, le tensioni geopolitiche e la crisi della supply chain, l’industria cosmetica italiana dimostra ancora una volta la sua resilienza e capacità di reazione. Le aziende del settore continuano ad investire in ricerca e sviluppo, superando la media nazionale del manifatturiero. Per rimanere competitive, infatti, le aziende dovranno investire in ricerca e sviluppo per creare prodotti innovativi che soddisfino le esigenze e le tendenze del mercato. Ciò include lo sviluppo di nuovi ingredienti, formulazioni avanzate e tecnologie all’avanguardia. E non solo. I consumatori sono sempre più attenti all’impatto ambientale dei prodotti che acquistano e le aziende cosmetiche italiane dovranno adottare pratiche sostenibili lungo l’intera catena di produzione, riducendo l’utilizzo di plastica, promuovendo l’uso di ingredienti naturali e biodegradabili, e adottando imballaggi eco-friendly. Nonostante queste sfide, il settore cosmetico italiano è in una posizione favorevole per affrontarle, grazie alla sua reputazione di eccellenza, all’artigianalità e all’innovazione. L’industria cosmetica continuerà a giocare un ruolo significativo nell’economia italiana, generando occupazione e contribuendo alla crescita economica del Paese.

IL PODIO DEI GRANDI

Andando più nel dettaglio dello studio Pambianco, a guidare la classifica dei big della bellezza italiana per dimensioni è Sodalis che ha raggiunto nel 2022 quota 706 milioni di euro di fatturato in crescita del 17,8 per cento. Il Gruppo Sodalis opera attualmente attraverso10 società, che lavorano nella propria area in modo indipendente ma altamente sinergico e coordinato. Questo ampio portfolio di aziende in espansione permette al Gruppo di essere attivo nel mercato Beauty, Personal e Home Care in diverse realtà geografiche e in diversi canali distributivi (grande distribuzione, farmacia, profumeria, canale professionale…) con competenze specifiche e specializzate. “Il 2022 è stato per noi un anno molto positivo – racconta Marianna Granata marketing & communication director di Sodalis – principalmente grazie alla forte crescita dell’asse make-up, in grande ripresa post-pandemica, e alla notevole spinta del business internazionale, sia attraverso l’export sia attraverso le nostre filiali in Francia, Germania, Spagna e Portogallo. Il 2023 è iniziato con la felice acquisizione di Goovi, il nostro wellness brand nativo digitale, e sta procedendo in una buona direzione trainata dal valore della nostra innovazione, dal rafforzamento del polo farmaceutico, oltre che dall’espansione e-commerce”. Seconda in classifica EuroItalia con un fatturato 2022 pari a 690 milioni di euro in aumento del 27,9% rispetto all’esercizio passato. “L’andamento del business nel 2022 per EuroItalia è stato molto positivo – afferma Davide Sgariboldi general manager di EuroItalia – con +28% di crescita rispetto all’anno precedente; abbiamo rafforzato l’assetto produttivo e logistico per poter soddisfare la domanda crescente dei nostri prodotti. Abbiamo acquisito maggiori quote di mercato grazie a investimenti pubblicitari e sul punto vendita. I lanci di nuovi prodotti, tra cui Versace Dylan Purple, hanno dato un notevole riscontro e consolidamento dei Marchi. Negli ultimi mesi dell’anno abbiamo riavviato la commercializzazione della nuova licenza del Brand Michael Kors”. Per quanto riguarda il business del 2023 “rimane sempre positivo con una crescita attorno al +25% in modo organico su tutti i Brand, incluso l’inizio della licenza Brunello Cucinelli con il lancio delle prime due fragranze che ha criteri di distribuzione molto selettiva. Con una filiera sempre basata totalmente sul Made in Italy, abbiamo pianificato investimenti aggiuntivi per rafforzare ulteriormente l’assetto produttivo e logistico. Ci aspetta un autunno ricco di nuovi progetti, tra i quali il lancio della collezione di candele Atkinsons che va ad ampliare il raggio di azione del brand di proprietà di EuroItalia”, conclude Sgariboldi. Sul terzo gradino del podio sale Kiko, che nel 2022 ha visto una crescita dei ricavi del 41,6% a 671 milioni di euro. “I risultati 2022 di Kiko Milano sono stati i migliori di sempre – sottolinea Simone Dominici, CEO di Kiko Milano – battendo tutti i record dei principali indicatori economico-finanziari precedenti alla pandemia, grazie alla trasformazione da una catena di negozi make-up principalmente Regionale a Global Beauty Brand presente in oltre 60 Paesi, leader nell’Innovazione di prodotto e di servizio al cliente. Entro la fine del 2023 apriremo altri 120 store, arrivando a oltre 1.100 negozi dislocati in 75 Paesi. Nella seconda parte dell’anno lanceremo inoltre una nuova piattaforma di Unified Commerce, che integrerà tutti i canali ed i sistemi, migliorando ulteriormente il modo in cui serviamo i nostri Clienti, e allo stesso tempo guadagnando in efficienza e capacità di crescita. Il piano di sviluppo punta inoltre a raggiungere, entro la fine del 2027, 2.000 punti vendita, entrando in nuovi Paesi e rafforzando la nostra presenza in Asia, America Latina e Africa, con l’obiettivo di conseguire ricavi netti pari a 1,250 miliardi di euro”.

MADE IN ITALY IN POLE POSITION

Scorrendo la classifica delle top italiane le aziende che sono cresciute a doppia cifra sono posizionate in tutte le zone della classifica.  E’ il caso Micys Company, che con il suo marchio Pupa, ha chiuso il 2022 con ricavi pari a 86 milioni di euro in crescita del 19,8 per cento. “Anche il 2022 – commenta Valerio Gatti CEO Micys Company – è stato un anno di molto positivo, con ricavi di gruppo che hanno superato gli 85 milioni di euro in crescita del 19,8% sull’esercizio precedente. Tutti i mercati hanno performato bene, in maniera piuttosto omogenea, con un buon +13% sul mercato italiano e un picco di quasi il +50% sulla nostra divisione retail sui paesi esteri. Oltre al recupero dei volumi di vendite, anche il grande lavoro di revisione dei processi e razionalizzazione dei costi del  biennio 2020-21, ha permesso di migliorare il nostro livello generale di efficienza, flessibilità e rapidità nel time to market dei nuovi progetti. In particolare, un importante lavoro è stato fatto in termini di ottimizzazione degli stock, e questo ci ha consentito di destinare maggiori risorse allo sviluppo del prodotto e al sostegno in comunicazione. Il tutto, mantenendo comunque un buon flusso di cassa e con un netto miglioramento anche degli indicatori di redditività”. Ma non solo. I primi due quarter del 2023 mostrano una ulteriore accelerazione superiore all’anno precedente, con un volume delle vendite in aumento del +30% sui dati del 2022. “In questo momento – prosegue Gatti – i mercati esteri stanno performando particolarmente bene, e questo è molto importante in termini di prospettiva strategica. Soprattutto perché  testimonia un ampio consenso alla politica di prodotto, coraggiosa, intrapresa nell’ultimo biennio. Dopo il completo rilancio dello skincare nel 2022, quest’anno proponiamo la nostra prima linea hair e addirittura una linea maschile Pupa Man. Tutte proposte che esulano dal percepito storico del brand, sia in termini di prodotto che di target, e che ci consentiranno di parlare ad un pubblico ancora piu vasto. A conferma di un nuovo livello di credibilità raggiunto dal brand a livello internazionale”. In crescita a +19,6% anche Istituto Ganassini che ha archiviato il 2022 superando la soglia dei 200 milioni di euro. L’Italia rappresenta il peso specifico più elevato, però negli ultimi dieci anni il Gruppo che ha in portafoglio, tra gli altri, i marchi Rilastil, Korff, Bioclin e The Organic Pharmacy, ha  dato un’accelerazione allo sviluppo internazionale. “Il 2022 – sostiene il CEO Giuseppe Ganassini – è stato un anno ancora di rimbalzo dopo due anni difficili. Il mercato si è però ripreso bene sia a livello nazionale che soprattutto a livello internazionale. Nel 2023 il mercato in Italia è un po’ più rallentato, ma continuiamo a crescere molto bene a livello internazionale con l’apertura di una filiale in Repubblica Ceca, lo sviluppo in un progetto Polonia e diverse operazioni sia in Sud America che in Asia”. In aumento double digit anche Cosmetica, che con il suo marchio ammiraglio Diego dalla Palma Milano ha generato nel 2022 un fatturato di 42 milioni di euro (+17,1%). “L’esercizio 2022 – sottolinea l’AD Micol Caivano – si è chiuso con ricavi pari a circa 42 milioni di euro, con un incremento in termini percentuali pari al 17,1% rispetto all’esercizio dell’anno precedente caratterizzato ancora una volta da risultati soddisfacenti sotto diversi punti di vista: in termini di posizionamento strategico dei mercati di riferimento ma anche in termini di risultati economico finanziari che evidenziano un ulteriore rafforzamento della solidità del gruppo”. Cosmetica, negli ultimi anni si è fortemente impegnata nel perseguire gli obiettivi di crescita prefissati volti al consolidamento della propria posizione competitiva “grazie alla sempre maggiore notorietà, pertanto valore, dei nostri marchi nei canali di riferimento nei quali operiamo. Tutti questi piani, nonostante la difficile situazione socioeconomica degli ultimi anni, non sono mai venuti meno, anzi, hanno proseguito con maggiore resilienza e vigore con la consapevolezza di avere marchi che hanno incontrato negli anni un sostegno ed un riconoscimento sempre maggiore di pubblico grazie ad una visione chiara e coerente con quei valori che da sempre ci guidano”, conclude Caivano. 

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