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La bellezza? È anche una questione da uomini

Il beauty, come la moda, è sempre stato un business ‘per le donne’. Così, fino a qualche decennio fa all’uomo venivano destinati dalle aziende di cosmetica pochissimi prodotti per l’igiene personale dal packaging piuttosto anonimo. Inutile sottolineare che i tempi sono cambiati, non solo per le abitudini di consumo della metà maschile del cielo, ma anche in virtù dell’imperante necessità da parte delle aziende stsse di agire in prima persona per superare gli stereotipi di genere. Sono lontani i tempi in cui Jean Paul Gaultier, nel 2003, passava per l’emblema disruptive lanciando la sua piccola collezione maschile. Ora gran parte delle maison della moda e del lusso non solo propongono delle linee dedicate appositamente all’uomo (cosmetici per il viso, skincare e smalti), ma hanno fatto un ulteriore passo in avanti scegliendo proprio degli uomini come ambasciatori del marchio. Basti pensare, un esempio su tutti, al famoso rapper Lil Nas X, diventato volto Usa per il trucco e le fragranze di Yves Saint Laurent. I casi sono ormai molteplici e si inseriscono in un contesto in cui la comunicazione della bellezza maschile e genderless è ampiamente sdoganata, soprattutto per quelle nuove generazioni di consumatori che ormai vivono le differenze di genere come un paletto estremamente labile. Ecco perché il beauty maschile rappresenta una delle opportunità più interessanti per il settore cosmetico mondiale e – di riflesso – anche italiano. Nello scorso numero di Pambianco Beauty si era parlato della scommessa del makeup come uno dei mercati più resilienti, con un trend di crescita sostenuto degli ultimi anni e un futuro ancora più interessante. E proprio il makeup per lui potrebbe essere la chiave di volta che andrà a supportare questa crescita. Al solito, sono i dati forniti dalle società di analisi di mercato a tracciare una panoramica di quello che potrebbe rappresentare una sorta di rivoluzione nell’ambito della bellezza: nel 2021, secondo Statista, il mercato valeva circa 74,8 miliardi di dollari, cifra poi salita a circa 80 miliardi di dollari nel 2022. Per il 2028 la proiezione è ancora più rosea: 115 miliardi di dollari generati dai prodotti di bellezza per l’uomo. Anche l’Italia fa la sua parte, seppur nel nostro paese i valori siano ancora limitati. Qui i prodotti maschili valgono 135 milioni di euro, pari a circa 1,5% dei consumi cosmetici. Ma, complice l’effetto post pandemia, anche nella nostra nazione le abitudini di consumo maschili si stanno trasformando. Ed è la conferma che il mondo della bellezza non può farsi scappare questa nuova opportunità di crescita.

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